Le rondini sono tornate e vanno tutelate

Ho la fortuna di abitare in periferia, in una casa di corte ad un passo da un bellissimo parco fatto di boschi e zone agricole, un posto davvero tranquillo.

Da diversi giorni, il cortile si è animato di vocine cinguettanti che annunciano il definitivo arrivo della primavera: le rondini sono tornate.

Questa vecchia corte è costellata di tanti nidi di rondine, queste inconfondibili costruzioni di fango e materiali naturali che ogni anno, durante tutto il periodo caldo, sono popolate da tante rondini chiacchierone, e tra poco, alla nascita dei piccoli, si potranno vedere decine di piccoli occhietti curiosi che ti osservano mentre passi.

Io le amo.

Le amo perché mi danno un senso di allegria, di spensieratezza e leggerezza.

alcuni dei nidi presenti nel mio cortile

Ma torniamo a parlare dei nidi che ogni anno si popolano sia di rondini, ma anche di balestrucci e di rondoni: sia il maschio che la femmina si occupano della costruzione, “impastano” il fango con materiali di origine vegetale creando delle specie di coppe che poi rivestono all’interno con delle piume, in modo che i piccoli che nasceranno possano essere ben protetti.

Come sappiamo, questi uccelli migrano durante il periodo freddo per ricomparire in primavera, tornano sempre nella zona nella quale hanno vissuto, addirittura allo stesso nido che li ha ospitati, percorrono migliaia di chilometri per rientrare nella loro casa ed hanno tutto il diritto di trovarla così come l’anno lasciata.

Purtroppo però, sempre più spesso questa casa non esiste più, perché l’uomo ha la pessima abitudine di distruggere i nidi lasciati vuoti in autunno, quando non addirittura di eliminarli in pieno periodo di nidificazione e nascita dei piccoli, perché gli uccelli sporcano, oppure perché hanno necessità di ristrutturare o imbiancare facciate, sottotetti e travi.

Attenzione però, perché rondini, balestrucci e rondoni, le loro uova ed i nidiacei sono protetti dalla legge n. 157/92 e dall’articolo 635 del codice penale, che ne vieta l’uccisione e la distruzione dei nidi. Tra l’altro queste tre specie sono considerate minacciate, tanto è vero che negli ultimi anni si sta assistendo ad un continuo calo degli esemplari, arrivato ormai al 40%.

Quindi, se vedete qualcuno intento ad eliminare i nidi di questi uccelli, potete, anzi dovete avvisare le forze dell’ordine.

Proprio adesso, mentre sto scrivendo, sento il loro cinguettio qui fuori e mi immagino queste creaturine che ritrovano i loro amici dopo il periodo di assenza, e scambiano quattro chiacchiere per raccontarsi com’è andato l’inverno.

Per fortuna nel mio cortile tutti hanno un grande rispetto e nessuno si sognerebbe mai di distruggere i nidi, ma purtroppo non dappertutto è così.

immagini dal sito lipu.it

Ovviamente a mettere in pericolo le rondini non è solo l’eliminazione dei nidi, una grande parte del problema nasce infatti da altri fattori: innanzi tutto, l’utilizzo sempre maggiore di pesticidi nelle campagne riduce drasticamente il numero di insetti che rappresentano il loro nutrimento, in secondo luogo la modernizzazione degli allevamenti e la dismissione delle stalle tradizionali, luoghi perfetti per la nidificazione, sta sottraendo alle rondini i luoghi dove stabilire la propria casa e, come se non bastasse, i cambiamenti climatici che stanno scombussolando i ritmi stagionali, mettono in forte difficoltà questi uccelli che sui cicli estate/inverno basano tutta la loro esistenza.

Dovremmo essere grati alle rondini per quello che fanno, perché oltre a diffondere allegria e buon umore con i loro voli e le loro voci, ci aiutano a liberarci da mosche e zanzare, visto che un adulto arriva a nutrirsi di centinaia di insetti al giorno, motivo in più per essere felici quando decidono di stabilirsi vicino a noi.

La convivenza con gli animali, a mio avviso, è sempre una benedizione, dovremmo ringraziare di avere la fortuna di poter vivere vicino alle altre creature, perché ognuna, a modo suo, ha qualcosa da insegnare e da donare; dovremmo lasciar andare l’arroganza che caratterizza la nostra specie e capire che facciamo parte di un sistema grande e complesso, nel quale siamo solo uno dei tanti tasselli.


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